«Se porto pazienza non significa che sono sazio / ma io e te (fratello) otterremo la vittoria affidandoci a Dio». Tesfalidet Tesfom. Si chiamava così il giovane migrante eritreo morto in ospedale dopo lo sbarco del 12 marzo a Pozzallo. «È morto in Italia a causa della Libia, scrive su Vita.it Alessandro Puglia: ha raccolto le poesie che il giovane migrante morto per fame teneva con sé. L’Eritrea è un Paese che il giornalista Paolo Lambruschi conosce bene: ha realizzato dei reportage, conosce le dinamiche politiche e sociali. Da quei racconti, emerge chiaramente perché migliaia di uomini e donne rischiano di morire nel deserto del Sahara, in Libia o nel Mediterraneo pur di fuggire da quel sistema povero e senza diritti. Paolo Lambruschi sarà a Modica e Siracusa il prossimo venerdì 11 maggio. Nato a Milano nel 1966, professionista dal 1992. Inizia collaborando con alcune emittenti radio televisive milanesi e il settimanale “Il Nostro Tempo”. Ha diretto il mensile di strada “Scarp de’ tenis” e il mensile di finanza etica “Valori”. Come inviato di Avvenire, si è occupato prevalentemente di vicende di immigrazione, povertà e traffico di esseri umani. Da settembre 2014 è capo della Redazione degli Interni.
In mattinata, dalle 10 alle 13, un incontro alla ‘Fondazione di Comunità Val di Noto’ in via Ronco Capobianco 5. Interverranno anche il presidente della Fondazione, Maurilio Assenza, che è anche direttore della Caritas diocesana di Noto, e il vicepresidente Giovanni Grasso. Sarà un momento di formazione per i giornalisti e per i referenti della comunicazione delle varie realtà raccordate dalla fondazione, sui temi dell’immigrazione, dell’accoglienza e della mondialità (ci si può iscrivere entro il 5 maggio contattando la segreteria della Fondazione attraverso la mail: segreteria@fondazionevaldinoto.it Particolare attenzione sarà data a ‘come’ raccontare storie e vissuti di persone e di popoli con cui dovremo imparare a convivere nel prossimo futuro, e cercare insieme inclusione dei più fragili, coesione sociale arricchita dalle diverse culture, economia alternativa a quella che sta creando tante ingiustizie e alimentando guerre senza rispetto della dignità dell’uomo.
In serata, sempre venerdì 11 maggio, l’appuntamento a Modica alle 19,30 presso l’Auditorium Pietro Floridia di Piazza Matteotti organizzato insieme dalla Fondazione, dalla Caritas diocesana e dall’ufficio diocesano Migrantes. Ci saranno anche testimonianze di nostri missionari, in particolare Concetta Petriliggieri (missionaria modicana in Congo) e suor Adriana Marsili (della comunità missionaria intercongregazionale, che ha operato in Sierra Leone in aiuto ai bambini soldato) e di migranti. Prima della conclusione ci sarà il saluto del nostro vescovo, Mons. Antonio Staglianò, vescovo delegato della Cesi per i migranti. Il tema – “Migranti: raccontare il mondo che verrà” – indica l’impegno a “capire meglio cosa accade nei paesi di provenienza e come sia possibile cercare vie che rispettino dignità e permettano integrazioni sostenibili” – scrive nella circolare di invito il vicario generale don Angelo Giurdanella. “Vuole essere – aggiunge il direttore della Caritas Maurilio Assenza – un’assemblea di operatori di pace perché le nostre città, nell’impasse dei governi, diventino soggetti di pace dal basso”.
Sottolinea il direttore di Migrantes, don Paolo Catinello: “Il percorso dell’accoglienza, prima che case e strutture ci chiede di aprire le porte del cuore. La bella esperienza di Aziz, Ibi, Mustafà mi dice che la vera pace si costruisce con gli sguardi, gli abbracci, i sorrisi e con una vita che sa dire ‘fratello, il tuo dolore è il mio e ferisce anche la mia dignità’. L’incontro con Lambruschi ci aiuterà a vivere meglio le nuove sfide del Vangelo vincendo insieme le paure che ci paralizzano”.