Ci avviciniamo a una ricorrenza molto importante per la nostra Casa. Tra qualche settimana festeggeremo i nostri 31 anni e il pensiero va all’inizio, o meglio agli inizi.
Per noi inizio è una parola centrale, non solo per il suo forte collegamento con la parola ripartenza che abbiamo visto insieme a voi qualche settimana fa.
Pensare agli inizi per noi è pensare alle origini della storia della nostra Casa, in cui ogni intuizione sporgeva su un vuoto, su un abisso che ogni volta si è superato con un passo di «fiducia negli uomini e nella Provvidenza» (per usare le parole con cui don Puglisi presentava il Centro Padre Nostro).
Negli inizi di ieri e di oggi, ci si muoveva e ci si muove nell’incognito e nell’inedito che si apre alla fede, a volte messa quasi in dubbio, ma sempre ritrovata con l’aiuto di testimoni e amici.
Ci piace ricordare sempre che ci sono inizi che non vengono da noi. L’ispirazione della Casa è evangelica non solo per la preghiera che la regge, ma per esserci stata data, donata in modo sovrabbondante. Non l’abbiamo costruita come progetto, ma come risposta a relazioni dentro cui si nasconde la relazione che tiene in piedi il mondo.
È stata la chiamata forte del Signore a guidarci nell’ignoto, a farci corrispondere con il nostro impegno a doni grandi e immeritati datici dalla Provvidenza, senza cercare gratificazioni umane, ma sempre vivendo tutto davanti al Signore, con cuore grato, pulito e gratuito.