“Liberando i poveri, liberiamo noi stessi”. Il nostro invito per la Giornata mondiale dei Poveri

“Liberando i poveri, liberiamo noi stessi”. Il nostro invito per la Giornata mondiale dei Poveri

“Liberando i poveri, liberiamo noi stessi”. Il nostro invito per la Giornata mondiale dei Poveri 1186 793 Casa Don Puglisi

La Giornata mondiale dei poveri giunge ogni anno, il 13 novembre, con nuove riflessioni che ci spingono, anche come Casa, a condividere un pensiero e un invito collettivo.
Ci richiamiamo direttamente al messaggio di Papa Francesco che ci spinge a fare di questa giornata un’occasione di verifica della nostra attenzione ai poveri… e a noi stessi. Così scrive il Papa, in un passaggio che ci sta a cuore: «
La povertà che uccide è la miseria, figlia dello sfruttamento, della violenza e della distribuzione ingiusta delle risorse. La povertà che libera, al contrario è quella che si pone dinanzi a noi come una scelta responsabile per alleggerirci della zavorra e puntare sull’essenziale. I poveri, in realtà, prima di essere oggetto della nostra elemosina, sono soggetti che aiutano a liberarci dai lacci dell’inquietudine e della superficialità».

Ecco, la nostra Casa di accoglienza, nata a Modica nel 1990, e poi intitolata a Don Pino Puglisi, è stata pensata fin dall’inizio come luogo di liberazione attraverso la cura educativa.
Una cura che è più difficile di una semplice assistenza: più difficile dinanzi a situazioni che talvolta si fanno complesse, più difficile dinanzi alla fatica di ritrovare sempre un tessuto di accoglienza per chi compie un cammino.
Accade, come dice il Papa. Non per colpa o cattiveria, ma molte volte perché la vita scorre nella superficialità e nell’inquietudine, anche legittima, che però rischia di trasformarsi in chiusura verso chi ci sta accanto. Il Papa parla di questa superficialità e di quest’inquietudine come di “lacci” da cui siamo noi a dover compiere una scelta di liberazione: una parola forte, ma che può essere utile per accrescere la consapevolezza e sostenere le decisioni.

Cosa aiuta in questa direzione? Pensiamo che possa essere d’aiuto a tutti anche un piccolo passo con cui entrare a contatto con una delle esperienze – la Casa, ma anche tante altre, in questo non c’è concorrenza – in cui poter sperimentare relazioni di cura che, a prima vista, sembrano servire a portare aiuto a chi è in difficoltà, ma che man mano che si va avanti aiutano anzitutto noi stessi a ritrovare un senso più pieno della vita. E quella gratuità e quel di più dell’amore che permette gusti nuovi.

Per questo non pensiamo a celebrazioni particolari esterne, ma semplicemente a un invito: a provare.
Un impegno piccolo ma fedele permette a chi fa fatica a trovare “un’ala di riserva”, a chi sta accanto a dispiegare le proprie ali. La vita è breve, vale la pena viverla con slancio.

Quanto alla Casa, si può dare una mano per i compiti, per l’organizzazione logistica, per affiancamenti familiari, con attenzione ai passi per il giusto equilibrio nell’apertura di sé agli altri, nell’amare il prossimo come se stessi, con quella «scommessa dell’amore che – amava dire don Puglisi – può colorare anche la notte più buia».

E ci sembra una sfida bella quella che si sta aprendo con il codice del terzo settore, che invita a servizi di attenzione ai più deboli da pensare in logiche di co-programmazione e co-progettazione. A dire che diventa importante discernere ciò che serve, accrescere la cittadinanza attiva, avendo come stella polare la nostra Costituzione che all’art. 3 ci impegna tutti a rimuovere gli ostacoli che impediscono un’effettiva uguaglianza e la dignità di ognuno. Per i credenti il Vangelo diventa quel sole dentro che rende la relazione con i poveri – con il nostro “prossimo”, che oggi qualcuno, in qualche circostanza, ha definito “carico residuale”– quel luogo in cui si mostra il volto, la presenza e l’agire stesso di Dio che si è rivelato in Gesù che, “da ricco che era si è fatto povero per arricchirci della sua povertà”. Una vita sobria, una vita senza zavorre, una vita sensibile alle sofferenze del mondo e anche gioiosa, in una felicità cercata insieme e per tutti.