Un libro per capire discutere, scegliere quale Europa vogliamo

Un libro per capire discutere, scegliere quale Europa vogliamo

Un libro per capire discutere, scegliere quale Europa vogliamo 2560 1714 Casa Don Puglisi

Tra una settimana esatta, il 16 maggio, nel sagrato della Chiesa di Santa Maria del Soccorso di Modica, condivideremo le nostre riflessioni attorno a Quale Europa. Capire, discutere, scegliere”, il libro a cura di Elena Granaglia e Gloria Riva, nato dal Forum Disuguaglianze Diversità.

In dialogo con l’ex Ministro per il Sud, l’economista e politico Fabrizio Barca, e all’esperto in economia sociale, Gaetano Giunta, affronteremo interrogativi necessari in vista del voto del prossimo giugno, per eleggere il nuovo Parlamento europeo.

L’incontro è aperto a chiunque voglia saperne di più. Per curiosità o per senso di responsabilità. Quel senso necessario a ciascuno di noi per capire come contribuire a indirizzare i grandi temi della politica nelle direzioni della giustizia sociale e ambientale.

Facciamo partire le nostre riflessioni da questi estratti:

Le accresciute disparità economiche fra regioni dei vari paesi dell’Unione vanno a innestarsi su un processo, in atto da decenni e ben prima del 2008, di graduale crescita delle disuguaglianze dei redditi e dei patrimoni fra le persone e le famiglie all’interno di ciascuno dei paesi e di aumento dell’incidenza delle persone in condizione di povertà. La preoccupazione principale è che tali dinamiche di accrescimento delle disparità regionali e delle disuguaglianze economiche interpersonali abbiano profonde implicazioni per la coesione economica e sociale all’interno dell’Unione, mettendo in pericolo il sostegno popolare al progetto europeo e rafforzando sempre di più il sostegno popolare per i partiti euroscettici.

Tratto dal capitolo Disuguaglianze di Salvatore Morelli.

Due cose ci hanno insegnato questi anni. Certo, la crisi climatica è una grande emergenza del nostro tempo, e ha urgente bisogno di azioni efficaci e di politiche lungimiranti, scientificamente fondate. Ma non basta. La crisi climatica è fortemente connessa con tutti gli aspetti della nostra vita: il lavoro, la salute, la sicurezza, l’esplosione della guerra e della violenza in ogni parte del mondo. È una crisi sistemica. Per contrastarla abbiamo bisogno di quell’approccio che è stato con forza richiamato dall’Oms con la strategia One Health, che riconosce che la salute degli esseri umani, quella degli animali, quella degli ecosistemi e quella dell’ambiente sono strettamente collegate e interdipendenti. Lo stesso approccio a cui fa riferimento papa Francesco con l’ecologia integrale.

A tal fine, la transizione deve essere giusta e veloce.

Giusta perché deve passare attraverso la costruzione di una sicurezza sociale, in grado di dare risposte ai bisogni delle persone per ricostruire affiatamento compattezza inclusione solidarietà, garantendo a tutti l’accesso ai diritti. Ma senza il coinvolgimento e la partecipazione di chi ha paura del cambiamento e senza risposte chiare e semplici ai bisogni di chi vive nel rancore e nella precarietà, la partita non si vince. È finita l’epoca del “sol dell’avvenire”, quando la sola speranza di un futuro migliore mobilitava e rendeva forte il popolo. Oggi, quel popolo vive il futuro come una minaccia. Da qui occorre partire.

[…]

La transizione deve essere anche veloce e l’Europa può giocare un ruolo guida globale se si muoverà con determinazione e coerenza.

(Tratto dal capitolo Crisi climatica di Vittorio Cogliati Dezza e Rossella Muroni).