
Modica, Sicily, Italy with the Cathedral of San Giorgio at twilight.
«Insieme a tutti i cittadini e le cittadine di Modica, come Casa don Puglisi, siamo preoccupati per il dissesto finanziario del Comune, per lo spopolamento del centro storico, per i tanti fenomeni di disagio sociale che si stanno verificando in città, per la mancanza o quanto meno per la genericità di progetti di sviluppo che vedano i cittadini come primi protagonisti e che siano ancorati ai valori della nostra Costituzione».
Il consiglio direttivo dell’Associazione don Puglisi ETS apre così una riflessione sull’attuale situazione economico-sociale della città, che preoccupa ed intacca concretamente l’operato dell’ecosistema di Casa don Puglisi, che agisce in rapporti di stretta interfaccia con i servizi sociali comunali, nonché l’intera comunità.
«Insieme a tutti desideriamo, riguardo al dissesto, capire cosa è avvenuto e come uscirne. Diventa importante – per uscirne veramente – capire perché e come ci si è arrivati – sottolinea il Presidente Maurilio Assenza, a nome del consiglio direttivo – con analisi che aiutino a puntualizzare priorità, criteri e prassi nelle scelte delle diverse amministrazioni degli ultimi anni e, soprattutto, per il futuro nei piani di riequilibrio, nelle proposte di bilancio e nell’azione dei commissari straordinari. Attivando la necessaria partecipazione dei cittadini essendo in gioco sempre, ma ancor più in questi passaggi, il bene comune.
Insieme a tutti desideriamo che si affronti anche il tema del centro storico, da sempre luogo di identità della nostra città. Un corale dibattito può diventare la base di un corale coinvolgimento e una progettualità pensata in sintonia con le grandi tradizioni culturali della città, attenta ai più fragili e inclusiva verso quanti vengono nella nostra terra con il desiderio di una vita migliore, portando con sé ricchezze di valori e di culture che possono generare la bellezza della “convivialità delle differenze”.
E, quanto al disagio sociale, chiediamo la necessaria co-programmazione e co-progettazione di percorsi e servizi che, secondo il codice del Terzo settore (e quindi per legge!), deve vedere alla pari istituzioni e Terzo settore, con quel contributo complementare che rende virtuoso, comunitario e generativo il welfare».
Con uno sguardo sempre rivolto alla Costituzione, Casa don Puglisi invita cittadini, cittadine e istituzioni a un confronto che si faccia azione, volta sempre alla direzione del bene comune, senza più temporeggiare o sottrarsi: «Sempre “a testa alta”: lo insegnava don Puglisi ai suoi giovani ma anche ai padri di famiglia – conclude Assenza – Umanamente, culturalmente, spiritualmente diventa importante, infatti, che ogni scelta abbia sempre l’impronta dei “diritti” riconosciuti, e non delle concessioni, e certo anche “degli inderogabili doveri di solidarietà sociale, politica ed economica” richiesti dall’art. 2 della Costituzione”. Con l’impegno a “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono la dignità e l’effettiva partecipazione di tutti” – come sottolinea l’art. 3.
Un fondamento di cittadinanza nato da quella resistenza al nazifascismo e liberazione il cui ottantesimo anniversario ci prepariamo a ri-cordare con tante altre associazioni. Come in tutti i periodi difficili, chi ha a cuore la città, chi ha a cuore i propri figli, non può non avvertire che questa diventa l’ora della partecipazione. Per amore! Per il bene comune, che diventa il bene di ognuno! Per un futuro migliore da assicurare alle nuove generazioni!»