A Modica si avvia il progetto Ribes, ‘vitamina’ per la prevenzione delle povertà educative

A Modica si avvia il progetto Ribes, ‘vitamina’ per la prevenzione delle povertà educative

A Modica si avvia il progetto Ribes, ‘vitamina’ per la prevenzione delle povertà educative Casa Don Puglisi

A Modica si avvia il progetto Ribes, ‘vitamina’ per la prevenzione delle povertà educative

Per due anni saranno coinvolti bambini, scuole e famiglie

Si chiama ‘Ribes’, che è l’acronimo di Risorse integrate per i bisogni educativi speciali. Ma il nome richiama anche il frutto, ricco di vitamine e, per gli antichi, un ‘balsamo’ per la vista e contro l’umore ‘nero’. È il nome del progetto che vede coinvolte nove regioni italiane, e che in Sicilia è realizzato a Modica, dall’associazione ‘Don Puglisi’. È un progetto selezionato dalla Fondazione Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il soggetto responsabile è la Fondazione Caritas dell’Arcidiocesi di Pescara-Penne Onlus e vede numerosi partner in tutto il Paese. Di grande prestigio i due partner tecnici, la Fondazione Paideia e la Fondazione Zancan. Sabato scorso, a Modica, alla ‘Casa don Puglisi’, il progetto è stato presentato nei dettagli. Propone un modello multidimensionale per la prevenzione della povertà educativa dei minori, quell’area grigia di disagio non ancora certificato o senza un piano didattico personalizzato. L’intervento, che riguarderà otto minori delle scuole elementari e medie della città di Modica, per due anni, coinvolge le scuole ‘Santa Marta’ e ‘Giacomo Albo’, ex plesso ‘Giovanni XXIII’. I minori, metà dei quali già individuati, sono segnalati dai Servizi sociali e dalle scuole. Due i ‘pilastri’: l’affiancamento scolastico e l’affiancamento familiare. In particolare l’affiancamento familiare è una forma di ‘supporto tra pari’, che verrà sperimentato nella scuola e nelle classi per un potenziamento delle relazioni scuola-famiglia-territorio. Ribes, uscendo dalla logica specialistica, intende dare nuovo respiro e nuove ‘vitamine’ al sistema scolastico e dei servizi, attraverso una preventiva presa in carico comunitaria delle situazioni di fragilità. A introdurre la presentazione di sabato è stato Maurilio Assenza, direttore della ‘Casa don Puglisi’ e vice presidente della Fondazione Val di Noto. Ha ribadito come il progetto s’inserisca nella ‘dimensione pasquale’ della ‘Casa’, impegnata a “fare luce”, favorendo “relazioni che aiutano i nostri bambini a crescere”. In questo percorso, attraverso i laboratori, l’arte, la bellezza, con un’azione di rete, si aiutano “i bambini a uscire dalle zone grigie”. Il coordinatore del progetto, Salvo Garofalo, ha spiegato che la progettazione è partita due anni fa. “Ribes – ha detto – è un modo per guardare quelle situazioni che rischiano di sfuggirci, per poter portare, dove c’è il rischio dell’abbandono e della solitudine, risorse e vitamine”. L’affiancamento scolastico prevede un lavoro sulle reti relazionali tra le famiglie, opportunità educative territoriali, attraverso attività sportive, culturali e ricreative. In particolare saranno attivati vari laboratori, pensati con la scuola: acquerelli, cittadinanza, affettività, teatro. Inoltre sono previste attività di training per gli insegnanti e i genitori. Rosalba Puma, animatrice socio culturale dei Cantieri educativi e una delle due manager di prossimità di Ribes, si è soffermata sull’importanza dell’affiancamento familiare: una famiglia che, in modo volontario, affianca un’altra famiglia che vive un momento di difficoltà. “Nell’affiancamento familiare – ha detto Rosalba – s’interviene per prevenire: in casi di povertà educativa, per dare sostegno a quelle famiglie che stanno vivendo una difficoltà per diversi motivi, anche ad esempio per la malattia di uno dei familiari, situazione che non consente l’accompagnamento dei bambini alle attività extrascolastiche. Una famiglia solidale sigla un patto con la famiglia in difficoltà e si fa carico di alcune esigenze del minore. In questo rapporto le due famiglie hanno sempre il sostegno del tutor volontario e dei referenti del progetto”. È previsto anche un budget economico per consentire al minore, ad esempio, di partecipare a un’attività sportiva o culturale, in modo da non gravare sulla ‘famiglia solidale’. L’altra ‘manager di prossimità’ è Annamaria Cerruto, educatrice della ‘Casa don Puglisi’. Ha posto l’attenzione, nel suo intervento, sul lavoro a scuola: “Grazie al bambino individuato, di questo progetto ne usufruisce tutta la classe. L’affiancamento di classe, infatti, è rivolto al bambino individuato da scuola e Servizi sociali, ma è rivolto anche alla classe. Saranno realizzate una serie di laboratori e altre attività, con la disponibilità di un budget”. Un ruolo importante sarà quello della formazione rivolta alle famiglie e ai docenti. A curarli sarà Alessandra Pitino, psicologa e psicoterapeuta. Nell’intervento di sabato pomeriggio, a cui hanno preso parte diversi insegnanti e anche alcune ‘famiglie solidali’, la psicologa ha parlato della famiglia di oggi, dei modelli di famiglia presenti in questa ‘società liquida’, e del lavoro che verrà svolto attraverso il progetto ‘Ribes’.