Dopo la pausa estiva riprendiamo il cammino, la quotidianità della nostra Casa, i progetti per la Città.
Questo momento, in cui cominciamo a programmare l’anno che viene, diventa sempre un’occasione per ricordare i percorsi e gli appuntamenti comuni con cui elaborare, condividere e soprattutto ritrovare il senso di ciò che ci è stato dato nel nome di don Pino Puglisi.
Ci diciamo spesso che ciò che è nato, è nato dall’alto: questa elezione e questo dono per molti sono diventati il senso del lungo cammino di questi anni. Fra Giuseppe, nostro volontario diventato frate minore rinnovato, ci ha dato una chiave di lettura nell’essere stati, come Giuseppe, ‘aggiunti’ al disegno di Dio. Possiamo – guardando proprio a Giuseppe, a cui papa Francesco ha dedicato quest’anno – imparare a vivere con ‘cuore di padre’, ricordando che siamo chiamati a condividere le gioie e le fatiche di tutti e dei poveri in particolare.
E in questo frangente della storia siamo chiamati a misurarci con una sindemia che causa tante ingiustizie e violenze nel mondo e tante ferite anche dentro di noi e, ancor più, in quanti ci sono affidati. Abbiamo ricevuto una parola autorevole per uscire dalla crisi nell’enciclica di Papa Francesco “Fratelli tutti”, che invita a ritrovare il ‘noi’ con cui ci si salva insieme, un ‘noi’ nella forma del ‘poliedro’ e quindi della ricchezza delle differenze. Per questo è tempo, più che di ripartenza, di una rinascita, di un nuovo tornante della storia a cui contribuire “preparando un tempo nuovo”.
Abbiamo quindi un ‘metodo’ come quello che, sempre papa Francesco, suggerisce: la sinodalità, respiro comune nell’apertura allo Spirito, che vuol dire innanzitutto vivere nella compagnia delle donne e degli uomini con cui condividiamo questo tempo della storia.
Seguendo sempre il suggerimento di papa Francesco, possiamo pensare a tre tappe: vedere, giudicare, agire! Un tempo per vedere, per riprendere attenzione a tutti i rapporti, a iniziare dai nostri, da quelli con cui condividiamo una responsabilità. Un tempo per vedere in faccia i problemi. Un tempo per vedere con sguardo largo la storia comune e le mete del cammino. Poi potremo pensare a una tappa di discernimento, articolando ‘proposizioni’ a partire dalle quali delineare un rinnovato agire.
Nei mesi che verranno ci aspetta la ripresa della cura della Casa, una sempre maggiore consapevolezza del nostro impegno sul fronte dell’economia solidale con i nostri Laboratori e la nostra Bottega, la progettualità che ci vede impegnati su tanti fronti – i progetti Ribes e Colori del Lavoro, i PTCO, i momenti di formazione, le attività di Crisci Ranni -, e non dimentichiamo le parole e i riti, generati dalle nostre esperienze e da consegnare alla città, per richiamare a un welfare diverso – generativo e comunitario, ma anzitutto funzionante! – come pure alla necessità di una scuola che sia a servizio vero della crescita delle nuove generazioni, con un sapere vivo e relazioni attente.
Ci accompagnano molti testimoni. Ricordiamo una riflessione del cardinale Martini sulla vita di Mosè: da lui impariamo a fare i conti con complessità, fragilità ed errori crescendo come “servi di cui Dio si può fidare nella sua Casa”. Un condensato di senso per ogni nostro servizio.