Trentasei insegnanti e una decina di operatori dei cantieri educativi della diocesi (Modica, Scicli, Frigintini, noto), con alcuni operatori dell’associazione di clown dottori di ragusa ‘Ci ridiamo su’, hanno preso parte al corso di acquerelli tenuto da Marcella Fragapane, esperta in linguaggi artistici per i bambini e da anni guida sapiente ed entusiasta di tante occasioni formative del territorio. L’iniziativa, rivolta a insegnanti delle scuole dell’infanzia e primarie, è stato promosso dall’Istituto Santa Marta – Ciaceri di Modica e dalla Fondazione di comunità Val di Noto. Gli incontri hanno molto emozionato i corsisti che si sono detti soddisfatti ed entusiasti della bella esperienza, esprimendo non solo il piacere nel partecipare concretamente, ma anche per la possibilità di sfruttare quanto hanno appreso nelle loro classi e nel lavoro con i bambini in generale. Nei lavori realizzati sono state rappresentate alcune scene emblematiche delle fiabe dei fratelli Grimm, tra le quali: La bella aurora, Tremotino, La principessa e il ranocchio, I tre omini del bosco, La pappa dolce. È stato ricordato più volte quanto sia importante il valore simbolico delle fiabe, che aiuta a crescere, ad affrontare la luce e il buio di ognuno, le paure e le gioie della vita. Marcella Fragapane, come sempre, con grande cura e passione, ha condotto le insegnanti nel mondo dell’acquerello steineriano, creando un’atmosfera magica che ha reso possibile lavorare con i colori e le fiabe sulle proprie emozioni. Ha ricordato come lavorare con i più piccoli, come l’arte e i colori aiutino a crescere. Nell’acquerello si scopre il gesto, che è sentimento. Non ci saranno disegni uguali all’interno di una classe, ce ne saranno 25 tutti diversi e in ognuno di questi c’è il carattere di chi lo ha realizzato, il suo sentimento, la sua timidezza, c’è la presenza centrale, un ‘Sé’. Il carattere si svela ma non per essere interpretato psicologicamente. Il bambino stesso recepisce nel suo lavoro e nel confronto con gli altri la diversità, le infinite possibilità oltre alle proprie, da cui si può attingere, da cui lasciarsi contaminare. Bisogna far guardare ai bambini i lavori degli altri: non è copiare, è lasciarsi contaminare. Andare verso l’altro mantenendo il proprio sé. Bisogna lavorare nella diversità di ognuno esaltando l’individualità che, contrapposta all’omologazione, è molto forte nell’acquerello. L’acquerello inoltre dà la possibilità di sfumare i colori, e sfumare vuol dire smussare se stessi, arrivare alla delicatezza del sé e alla forza del colore, senza contrasti forti. La durezza non ci deve essere, l’acquerello è un lavoro di affinamento della propria persona, di crescita, di controllo gestuale, di presenza. I bambini devono poter imparare tutto questo.