Da trent’anni, Casa Don Puglisi non è solo accoglienza

Da trent’anni, Casa Don Puglisi non è solo accoglienza

Da trent’anni, Casa Don Puglisi non è solo accoglienza 2560 1067 Casa Don Puglisi

Casa Don Puglisi non è solo accoglienza. Da trent’anni attiviamo azioni di sistema: si accoglie, si fa crescere comunità, si promuove un’economia che aiuta ad accogliere e a far crescere beni comuni e relazionali.
Ad ispirarci sono i principi dell’economia “civile”, volta al benessere e alla felicità comune.
Oggi ve ne parliamo con questo brano estratto da L’economia civile. Un’altra idea di mercato.

“L’Economia civile è un laboratorio, di prassi e di teoria, per provare almeno a immaginare un sistema alternativo al capitalismo. Un processo inclusivo e aperto, dove c’è spazio per tutti coloro che non sono contenti del capitalismo finanziario di oggi, e che dentro alcune coordinate culturali molto ampie cercano un pensiero più profondo, capace di rivolgere al nostro sistema domande più radicali e quindi più penetranti di quelle odierne, magari guardandolo da lontano, dalla prospettiva di un bambino che oggi nasce in Congo, o di una bambina che nascerà in Europa tra vent’anni. Questi bambini hanno il diritto di porre domande più profonde sul nostro modello di sviluppo e sui nostri stili di vita, perché le nostre non-domande di oggi stanno rendendo difficile la loro vita, la stanno modificando, a volte in meglio ma altre in peggio, senza che loro possano parlare.

L’Economia civile, una tradizione di pensiero e di prassi tipicamente meridiana, quindi anche – ma non solo – italiana, è, allora, una grande fonte di ispirazione per un pensiero nuovo, capace di domande profonde. L’economia civile è un’altra storia di mercato, un’altra via all’economia di mercato diversa da quella oggi dominante che sta plasmando il mondo e le nostre menti.
Il mondo vecchio è passato: non è più capace di offrirci grandi narrative in grado di farci sognare, e di farci alzare la mattina con l’entusiasmo di chi ha una storia da raccontare e da costruire.

Scrivere di Economia civile è allora un esercizio di bene comune, di quella “carità intellettuale” di cui parlava Antonio Rosmini, come forma più alta di carità, in un’età che soffre per mancanza di pensiero pensante, di storie, di sogni. E quando mancano storia, storie e sogni (compresi quelli fondamentali degli imprenditori), il nostro immaginario viene riempito di cose che finiscono per spegnere la voglia di vivere, e quindi di fare impresa che è sempre vita e passione umana a tutto tondo”.

(Luigino Bruni e Stefano Zamagni, L’economia civile. Un’altra idea di mercato, Il Mulino, Bologna 2015)