DONO

DONO

DONO 2001 1501 Casa Don Puglisi

“Una misura pigiata e traboccante”, è scritto sulla porta santa della Casa, vi abbiamo raccontato.
Ecco, il modo in cui questa misura trabocca è ciò che definisce quella che per noi rappresenta la sovrabbondanza del “dono”.

“Dono” è un’altra delle parole che vogliamo raccontarvi, nel significato preciso che assume per noi. Per noi che abbiamo sempre pensato alla Casa stessa non come ad un nostro progetto, ma come ad un dono grande di Dio, da accogliere con gratitudine, umiltà, apertura di cuore.
Ecco, non un dono che noi facciamo, ma un dono che riceviamo.
Un dono che in questi trent’anni ha preso forma lentamente, traendola sempre dal nutrimento delle sue radici spirituali.

Il dono opera e rigenera, ci piace dire. «Il seme di bene, custodito e coltivato, dà gioia», amava dire don Puglisi.

Per le nostre mamme, il dono è della crescita e della speranza, il dono di una famiglia in cui possono vivere in amicizia, in fraternità, sentendosi accolte per ritrovare la tranquillità. La Casa è il luogo in cui possono tenere i propri figli con sé, recuperare il proprio ruolo genitoriale, il senso di una sicurezza perduta: è come un nido che ripara quando si è feriti, un aiuto a guarire e la possibilità di maturare per poter ricominciare a volare.

Per i più piccoli, il dono è il loro segreto prezioso: «Il segreto della Casa don Puglisi è che siamo una famiglia». Un dono in cui si sentono immersi, custoditi, nonostante per loro si rinnovi continuamente e continuamente ci migliori il dubbio di come farli crescere in una casa così complessa, tenendo i loro bisogni di cura educativa insieme a quelli delle loro mamme.

Per gli educatori, per i volontari, il dono si riscopre nel cuore durante il cammino, man mano che si sperimenta la possibilità concreta e corale di rigenerare dal basso il mondo, che più cresce più assume i contorni della vocazione e sempre, in quanto tale, anche della testimonianza.