Il cioccolato di Modica: amplificatore del senso di comunità

Il cioccolato di Modica: amplificatore del senso di comunità

Il cioccolato di Modica: amplificatore del senso di comunità 2000 1333 Casa Don Puglisi

Dicembre ha inaugurato il suo tempo, a Modica, con il celebre festival dedicato al cioccolato, Chocomodica. Abbiamo voluto dare il nostro contributo in termini di riflessione attorno al valore metaforico che il cioccolato porta con sé.

Il convegno che il 7 dicembre abbiamo organizzato per l’occasione, “Il cioccolato fa comunità: dialoghi ed esperienze di economia civile”, è servito infatti a declinare il tema del cioccolato nelle sue molteplici forme di senso.

Il cioccolato prodotto dalle donne ospiti di Casa Don Puglisi, per esempio, non è solo una tavoletta dolce e aromatica. È un prodotto simbolico capace di raggiungere le case di tutti e, da lì, portare un messaggio di solidarietà: è così che il cioccolato diventa forza emblematica della comunità e sinonimo di affetto.

Ma l’affetto non è una cosa immediata, ce ne rendiamo conto ogni giorno nella Casa e nella Cooperativa. Proprio come non è immediato né semplice tirare fuori la dolcezza del cioccolato dall’amaro della massa di cacao, così anche nella vita di tutti i giorni sperimentiamo la fatica del cammino. Fare qualcosa per e con l’altro, insieme e con affetto, comporta mettersi in gioco integralmente, corpo, mente, cuore.

Qualora riducessimo questo percorso alle relazioni della Casa, il cammino perderebbe la sua forza, ecco perché reputiamo che anche la città debba essere capace di avere come cifra l’affetto, soprattutto nei confronti di categorie come i più fragili e i giovani. Ed ecco perché pensiamo che un prodotto fortemente identitario per Modica, come il cioccolato, possa diventare un collante della comunità, della cittadinanza attiva, ancorando ciascuno alle proprie responsabilità nel segno dell’affetto.

Per esempio le responsabilità di produrre secondo i principi di un’economia civile, come ogni giorno facciamo nel nostro laboratorio scegliendo materie prime, reti e relazioni che afferiscono al commercio equo e solidale e dando opportunità di lavoro e crescita ai più fragili.
E, ancora, le responsabilità di chi acquista: le nostre mani (ri)trovano la possibilità (e il dovere) di scegliere, consapevoli di quanto il gesto del singolo possa influenzare il mondo circostante.

Ecco allora che un prodotto artigianale dal gusto inconfondibile ci riporta a un senso di appartenenza che ci avvicina, ci spinge a soffermarci, approfondire, interessarci, laddove sarebbe invece più semplice lasciare andare.