Il festival di Economia Civile a Firenze: sulle orme di Giorgio La Pira, per cammini di futuro

Il festival di Economia Civile a Firenze: sulle orme di Giorgio La Pira, per cammini di futuro

Il festival di Economia Civile a Firenze: sulle orme di Giorgio La Pira, per cammini di futuro 1600 1200 Casa Don Puglisi

“L’ora di partecipare”: è stato questo il tema del sesto Festival Nazionale dell’Economia Civile che si è svolto a Firenze dal 3 al 6 ottobre, e che ha visto per il terzo anno la nostra partecipazione come Cooperativa don Puglisi. Un momento ricco di eventi e presenze (ministri, esponenti del terzo settore, esponenti dell’Onu e di organismi internazionali, artisti, cooperatori, giovani).

Si è respirato un clima che ci ricordasse di ritrovarsi umani, scegliendo tra le due alternative: chi pensa che ogni uomo sia per l’altro un lupo e chi, invece, pensa che l’uomo per “natura” sia socievole e capace di un bene comune.

Ascoltando esperienze e testimoni si è avvalorata quindi la convinzione che una vita sensibile diventi anche una vita piena, capace di sostenere le avversità e di dare peso alle relazioni.

E poi la cultura, per non essere manipolabili e non perdere il senso della vita – lo ha sottolineato Stefano Zamagni – «una cultura non calcolante, ma pensante».
Ci crediamo anche noi: cerchiamo per questo di non lasciarci sommergere dal fare, ma di offrire a noi per primi, e alla città, momenti spirituali e culturali. Con la libreria di Casa Don Puglisi e i suoi eventi culturali (che hanno nei piccoli i primi destinatari) vogliamo creare uno spazio simbolico dell’impegno a “leggere” la realtà con attenzione.

Fin dall’inizio, il Festival ha avuto un’attenzione particolare ai giovani, con la consapevolezza che avere cura di loro non rapporta il presente al futuro ma il futuro al presente, e quindi impegna a chiedersi: quale futuro vogliamo?

Il faro di questa edizione è stato Giorgio La Pira – padre costituente della nostra Costituzione – nonché testimone ispiratore di pensieri e di sensibilità del cuore.
Con le sue parole ricordiamo quanto le città non siano nostre, ma siano invece un grande patrimonio che riceviamo dal passato e che dobbiamo custodire e consegnare alle nuove generazioni.
Il suo esempio diventa spinta al coraggio, all’entusiasmo e al valore della fede. Quest’ultima è linfa di una speranza tenace che siamo chiamati a far diventare cammino di futuro, con un affetto vero verso le nuove generazioni.

Sono stati quindi moltissimi i temi su cui ci si è confrontati durante l’intero festival: la cura, il lavoro, la sostenibilità ambientale, l’intelligenza artificiale, il welfare, la cultura, la partecipazione, le fondazioni di comunità – sottolineando la loro importanza nel generare legami di comunità -, la pace e il disarmo. Con un forte e sostanziale riferimento alla nostra Costituzione.

È stato anche presentato il rapporto 2024 sul ben-vivere e la generatività delle province italiane 2024, a cura di Becchetti, Bova, De Rosa, Semplici. Da qui si evince quanto la generatività permetta di ridurre le disuguaglianze tra nord e sud, tra centro e periferia, e sia enzima di una crescita globale.

Costruire con fiducia è la direzione.