«Come rappresenteresti il Natale di oggi?»
È stata questo il punto di partenza, la domanda che abbiamo fatto ai bambini e ragazzi ospiti della nostra Casa. Da qui siamo partiti per realizzare il presepe di quest’anno.
I pacchi di Amazon, la grande spesa nei supermercati, la materialità dei regali, la corsa all’effimero: questo è ciò che è emerso dalle voci dei più piccoli, questo è il paesaggio sociale in cui ci troviamo immersi.
È stato interessante dialogare insieme intorno al contrasto tra la Natalità della tradizione e la contemporaneità dell’indifferenza, del consumismo, di uno sguardo cieco davanti a ciò che realmente conta.
Insieme agli educatori, sono stati infatti i bambini e i ragazzi di Casa don Puglisi a costruire gli scenari del nostro presepe ambientato nell’oggi.
Il Natale si fa occasione per riflettere sul panorama di valori che abbiamo perso e che è nostra responsabilità ritrovare, a partire dall’attenzione nei confronti di guerre, migrazioni, ingiustizie e disuguaglianze.
Creiamo così i nostri segni, piccoli ma significativi, per custodire la speranza.
Il segno di un bambino che si impegna nel realizzare la scenografia del nostro presepe, il segno di una Casa che accoglie a Modica nel nome di don Puglisi, un martire che ha dato la vita per sottrarre i bambini ai mafiosi. Il segno di un cantiere educativo dal nome pasquale: Crisci ranni!
Il segno di un’economia che vuole avere, per fine, la dignità di chi lavora e la comunità, e non il profitto di pochi.
Fino a ritrovare, nel segno dei segni – “un bambino avvolto in fasce” – la rivelazione del vero volto di Dio , Dio-con-noi, Dio-per-noi, Dio che si è fatto come noi per farci come Lui.
Il nostro augurio è allora questo: leggendo questi segni, mettiamoci insieme in cammino!