Al monastero delle Benedettine di Modica un ricordo vivo di don Puglisi
Un clima intenso di preghiera e di fraternità ha ritmato il ricordo di don Puglisi che ha visto insieme, nel luogo contemplativo per eccellenza della città, volontari e animatori delle realtà sorte a Modica nel nome di don Pino e animatori della Caritas. Si è vissuto quel salire al monte di Dio che dà consistenza alla vita cristiana, percependo – grazie alla meditazione di don Manlio Savarino sul vangelo di Marco – un rinnovarsi della chiamata di Gesù, che ci fa sentire desiderati da Dio. E quindi forte e convincente è risuonato l’invito a compromettersi in Cristo, a vivere un rapporto nuziale con il Vangelo, a ritrovare la direzione della vita e ciò che ci “costituisce”. Vivendo per questo, come don Puglisi, da discepoli; credendo al Vangelo, consegnando a Dio le nostre fragilità e confidando nella forza che viene da lui. Affidamento che permette di stare accanto, di immedesimarsi, di compromettersi per Dio e i fratelli. Alla meditazione sono seguite, nei gruppi di condivisione, risonanze molto belle che hanno legato Vangelo e vita. Avvertendo per esempio gli insegnanti come si partecipa di un disorientamento che però non può restare tale, per quella responsabilità educativa che si porta. Pensando a don Puglisi che si mette da parte per mettere al centro i bambini, cosa che nella sua Casa si è chiamati a rinnovare ogni giorno. Una Casa, quella intitolata a don Puglisi con molta convinzione, in cui già si pensa al presepe della città mettendo quest’anno al centro il farsi bambini. E ancora: don Puglisi ha dato tutto se stesso, il suo cuore aperto ora diventa la nostra apertura nel suo nome a Dio e ai fratelli. Entro questo clima c’è stata una sorta di consegna, di passaggio di testimone, tra i giovani del servizio civile che stanno per finire e quelli che stanno per iniziare la loro presenza nella Casa don Puglisi. Sottolineando tutti che la sosta rigenera, ricrea e dà forza per ricreare, per rigenerare il mondo. I vespri con le monache hanno rinsaldato i rapporti tra comunità monastica e Caritas, riportato tutti i desideri di bene davanti al Signore, insieme alle gioie e speranze di tutto gli uomini. E alla fine è stato consegnato il calendario degli appuntamenti, che sono soprattutto di preghiera e di attenzione ai testimoni (in particolare don Milani). Una precisa scelta questa e una convinzione: nella preghiera s’impara a far scaturire l’agire dall’essere e l’essere si vivifica con il dono di se stessi, col fare tutto con cuore. Nella preghiera si purificano le intenzioni, si vincono le paure, si ritrovano le priorità, si diventa più coraggiosi nel denunciare le ingiustizie e più generosi nel costruire dal basso il mondo secondo il disegno di amore del Padre.