Una preghiera per la città di Modica, con un’attenzione particolare ai giovani. È lo spirito che ha animato la messa per la città che è stata celebrata al cantiere educativo ‘Crisci ranni’. A presiedere l’eucaristia è stato don Giuseppe Di Stefano, direttore del Servizio diocesano di pastorale dei giovani. Hanno concelebrato anche don Gianni Treglia e don Vittorio Bonfanti della comunità intercongregazionale. Nell’omelia, don Giuseppe ha chiesto di pregare “per i giovani che qui, a Crisci ranni, faticano e lavorano a servizio di questa parte della città”. E ha aggiunto: “Preghiamo il Signore perché effonda la sua grazia su una porzione del nostro popolo di Modica: i nostri giovani. Preghiamo per tutti i giovani, per quelli che credono e per quelli che non credono, per quelli che frequentano le attività ecclesiali e per quelli che non frequentano”. Spunto della riflessione, la liturgia del giorno, la Conversione di San Paolo. “Nessuna fede – ha detto – nasce già matura. La mia fede, la mia carità possono diventare qualcosa di più grande che non è già dato… Dio non lo si sa, lo si incontra”. Riprendendo poi una frase di Sant’Ignazio, ha ricordato che Dio ha un ‘gusto’, e il “gusto di Dio è shalom, la pace: quando lo incontro mi rimane nel cuore la pace”. Un forte appello ai giovani, tanti quelli presenti alla messa: “Dobbiamo impegnarsi a passare dal bene al meglio, da una vita sopravvissuta a una vita vissuta in pieno”. Al termine della messa un momento di adorazione eucaristica. Sono stati diversi giovani a offrire preghiere, ringraziamenti a Dio e testimonianze. “Questa estate – ha detto Silvia -, con Ilaria e Francesco partiremo per un’esperienza in Tunisia a servizio ragazzi bambini disabili. Toccheremo con mano la realtà immigrazione: sarà occasione per confrontarci con l’altra sponda del Mediterraneo, avvicinandoci a quell’altro che qui spesso fa paura. Accompagnaci, Signore, in questa esperienza, e fa che anche altri giovani possano farla: solo così potremo avere un mondo unito”. Vanessa ha ringraziato della possibilità di occuparsi dei bambini: “Non so dire se loro hanno più bisogno di me o sono io ad avere più bisogno di loro. So che mi sento fortunata: ho imparato ciò che conta davvero, l’arte del vivere. Con solo un cartoncino abbiamo costruito un castello: è diventato la reggia dei loro sogni”. Irene ha presentato la preghiera a nome dei volontari di servizio Civile impegnati nell’ultimo anno alla Casa don Puglisi. “Ci siamo sentiti scelti per un progetto di Dio. Questo sevizio è stata un’esperienza unica, ci ha permesso di guardare noi stessi e la città con un occhio diverso. Ci ha messo alla ricerca di giustizia sociale e solidarietà”. Poi la preghiera per il nuovo gruppo che ha raccolto il ‘testimone’. Maria Grazia ha pregato per Crisci ranni, dove “si continua a crescere… portiamo davanti a te, Signore, la fatica e la gioia di questa crescita. Perché non perdiamo la capacità di sognare il futuro”. Walter, impegnato nel progetto Policoro, ha citato don Primo Mazzolari, per ricordare che i disoccupati non sono “viaggiatori di terza classe”. Un impegno, quindi, proprio per i giovani in cerca di lavoro, perché “non passino dalla disoccupazione del lavoro a essere disoccupati della vita”.