Giovedì 18 giugno: dopo l’adorazione eucaristica “per ripartire nel Signore” del giovedì precedente, è stata una necessità del cuore ricordarsi che Lui ci “imparenta con il mondo”. La preghiera è stata guidata dalla comunità missionaria intercongregazionale, che da quattro anni è a Modica per aiutarci ad accogliere il mondo, essendo i missionari coloro che – andati nel mondo – lo conoscono in modo sponsale, nello sguardo di Dio. “Come scrive il papa nel messaggio per la giornata mondiale dei poveri 2020 – ha sottolineato padre Carlo Uccelli – i poveri esistono con i loro volti concreti come concrete sono le mani che chiedono ma anche le mani che aiutano”. Un invito all’unità tra fede e vita diventata esperienza concreta in una preghiera in cui si sono intrecciati salmi di invocazione e dati sui migranti (80.000.0000 ma anche l’85% di loro accolti nei paesi poveri e solo il 15% nei paesi ricchi), pagine della Scrittura e video sullo sfruttamento dei bambini nelle miniere del Congo per estrarre coltan che poi serva per i nostri cellulari. Un momento che non è una parentesi, ma un respiro e un dilatarsi del cuore per vivere sempre più da famiglia di Dio e così ripartire veramente rinnovati dopo la crisi che ci ha costretto a pensare alla nostra interdipendenza. Nella preghiera non l’interdipendenza ma la consapevolezza di una fraternità che non nasce dalla carne o dal sangue ma dalla comune paternità di Dio, nella convivialità delle differenze. Ed è stato anche bello sapere che unita alla preghiera era anche la comunità di Muhanga in Congo, nella diocesi di Butembo – Beni gemellata con quella di Noto dal 1986 proprio come segno di una fraternità che diventa arricchimento reciproco. Anche perché “i poveri del mondo ci insegnano – ha sottolineato ancora padre Carlo – una cosa che a noi spesso manca: la gioia, quella vera, forte, genuina”.